Intervista | Marco Ielpo (musicista)

Musicista, Podcaster e Coach

Ciao! Mi chiamo Andrew, e sarò il conduttore di questa intervista! 

Oggi diamo il benvenuto ad un nuovo ospite! Siamo felicissimi di poterlo accogliere nel nostro Salotto degli Artisti

Ma lasciamo che si presenti e ci racconti la sua storia…

Chi sei, e da dove vieni?

Mi chiamo Marco Ielpo, sono un musicista e vengo da Castelluccio Superiore, un piccolo borgo nel sud della Basilicata.

Quando hai iniziato a suonare, e come nasce la tua passione?

Ti sei ispirato a qualcuno?

Ho iniziato a suonare all’età di 8 anni e da allora non ho più smesso.

È iniziata un po’ così, senza troppe pretese e con lo scopo di iniziare a coltivare un hobby.

Quando ho iniziato a suonare non mi ha ispirato nessuno in particolare, ero troppo
piccolo e non avevo ancora sviluppato dei gusti musicali definiti.

La tua arte è anche il tuo lavoro, oppure svolgi parallelamente un altro impiego?

Se sì, come concili queste vite parallele?

Faccio musica di mestiere; ho iniziato a fare i primi lavoretti una decina di anni fa dando le prime lezioni private e facendo qualche serata.

Dopo aver finito gli studi in Conservatorio ho aperto Partita IVA, e ho iniziato a farlo ufficialmente di mestiere.

Mi occupo di diverse cose legate alla musica: concerti, insegnamento, formazione e
divulgazione online, sessioni di registrazione e composizione!

Cosa raccontano i contenuti che pubblichi e diffondi? E qual è la finalità del tuo attivismo artistico?

Parlaci dei tuoi Progetti.

Dal 2021 mi occupo di divulgazione online tramite il format Musicista Smart, disponibile in formato video e podcast.

Con i miei contenuti mi rivolgo ai musicisti che vogliono imparare a trasformare le loro competenze musicali in un lavoro.

Ho deciso di iniziare a parlare di questi temi perché nei Corsi di studio (neanche in quelli accademici) non si insegna effettivamente ad approcciarsi al mondo del lavoro e questo è un problema, perché fare i musicisti è già abbastanza difficile, di per sé, nella società in cui viviamo.

Con i miei contenuti voglio dare un piccolo contributo per permettere ai musicisti di essere informati su temi come la Partita IVA, la fiscalità, il music business, la content creation e il diritto d’autore.

Rendendo nota la tua arte, quale è stata la risposta del tuo pubblico, e quali esperienze ne hai tratto?

Cambieresti qualcosa, a posteriori?

Gli argomenti di cui parlo sono rivolti ad una nicchia estremamente ristretta, quindi c’è voluto un bel po’ di tempo per vedere i primi veri risultati.

Ad oggi, dopo quasi 3 anni di contenuti costanti, posso dire di vedere finalmente dei
risultati soddisfacenti.

Non cambierei nulla se potessi tornare indietro: tutto ciò che ho fatto mi ha insegnato qualcosa e mi ha portato dove sono, errori inclusi.

Quali sensazioni hai provato, “prima” e “dopo”, al momento di pubblicare il tuo primo annuncio artistico?

Quanto influiscono le aspettative rispetto ai risultati?

Ricordo che ero consapevole del fatto che stessi iniziando un percorso lungo, molto
lungo.

Nonostante avessi aspettative realistiche – e quindi non molto alte – i primi episodi hanno ottenuto ancora meno successo di quanto mi aspettassi.

Non è facile imparare a gestire queste dinamiche, ma fa parte del gioco ed è importante riuscirci.

Quale riscontro hai ricevuto dai tuoi amici, parenti e conoscenti?

Le persone a me vicine – ma che non si occupano di musica – non hanno capito subito ciò che stessi facendo, ma mi hanno sempre supportato.

I miei amici musicisti, invece, mi hanno sempre supportato; anche facendomi notare cosa si potesse migliorare.

Come hai trovato, e su quali basi hai scelto, il tuo canale di vendita?

La maggior parte dei lavori che ho fatto sono autoprodotti, e così anche il Podcast.

Ho deciso di distribuirlo tramite Spotify for Podcasters, la piattaforma di Spotify dedicata proprio alla distribuzione dei podcast.

Anche se l’idea del format è nata concettualmente come podcast, ho voluto fin dall’inizio realizzare anche la versione video di ogni episodio.

Volevo che il format fosse fruibile anche su YouTube, perché ho molta fiducia in questa piattaforma e infatti questa si è rivelata essere una strategia vincente.

Conosci il concetto di Burnout emotivo? Come si supera lo sconforto di non vedere “ricercati” i propri contenuti sul Mercato?

Lo conosco, certo, è ci sono andato vicino molte volte.

Il primo passo, fondamentale, è accettare il fatto che possono capitare momenti di
sconforto, momenti di down emotivo che non ti fanno essere produttivo e non ti
permettono di raggiungere i risultati che vorresti.

Ognuno reagisce a modo suo, immagino, ma io ho imparato che la cosa che funziona per me è prendermi una giornata di riposo, ricaricare le energie e non sforzarmi di fare cose se non ne ho le forze e non riesco ad essere concentrato.

Quali consigli daresti ad autori e artisti emergenti, che vogliono realizzare e rendere nota la loro arte?

Dico loro di iniziare e non aspettare che sia tutto perfetto!

Per come vanno le cose al giorno d’oggi, prima si inizia meglio è.

Non ha senso lavorare tanto per rendere perfetto un video, un brano, un episodio che poi arriverà a malapena a 10 persone.

C’è tempo per imparare e il modo migliore per imparare a fare qualcosa è… facendola!

Cosa pensi del mercato artistico italiano contemporaneo, degli autori e artisti che ne fanno parte e del pubblico al loro seguito?

Bella domanda, non sarà facile rispondere in poche righe!

Ci sono tante cose interessanti nel mercato musicale italiano attuale, a tutti i livelli: sia nella musica mainstream che nella musica emergente gli spunti interessanti non mancano.

La discografia, come ambiente, è abbastanza discutibile e sicuramente la musica
mainstream dà sempre più importanza al raggiungimento delle masse piuttosto che alla qualità musicale, ma per fortuna c’è chi si salva.

Per quanto mi riguarda le cose più interessanti oggi si trovano tra gli artisti emergenti, quegli artisti che ancora non sono sottoposti ai filtri della discografia.

E cosa pensi del panorama sociale in Italia?

Credi che “l’italiano medio” sia un buon conoscitore dell’arte, oppure si potrebbe fare di meglio?

Si potrebbe fare di meglio, a partire dalla scuola.

Si dà sempre troppa poca importanza all’arte a scuola, perché “è tempo tolto alle materie importanti”.

Come risultato, i gusti e la cultura artistica dell’italiano medio sono imbarazzanti e, come riflesso, chi si occupa di arte per mestiere non viene preso facilmente sul serio da un punto di vista professionale.

Come giudichi la burocrazia del mondo artistico?

Per un artista le spese sostenute, le imposte applicate, le royalties, le agevolazioni economiche, e gli aspetti fiscali a cui badare potrebbero essere più favorevoli?

Potrebbero essere decisamente più favorevoli.

In Italia è difficile perfino trovare un commercialista che sia in grado di seguire un artista, figuriamoci a che livelli siamo.

Con la diffusione dei miei contenuti ricevo sempre più messaggi da musicisti che mi
fanno domande alle quali non dovrei essere io a rispondere, ma alle quali fanno fatica a trovare risposta.

Cosa pensi dell’avanzamento tecnologico? Temi per la tutela degli artisti umani rispetto all’intelligenza artificiale?

Oppure immagini ci possa essere una simbiosi tra questi due mondi?

Sinceramente sono sempre stato a favore dello sviluppo delle nuove tecnologie, e sono un sostenitore dell’Intelligenza Artificiale, al punto di essere stato uno dei primi a parlarne in Italia in riferimento alla musica.

Come tutte le grandi novità, ne siamo spaventati e dobbiamo imparare ad utilizzare questi nuovi strumenti che abbiamo tra le mani.

Ci sono sicuramente delle problematiche che nel tempo andranno affrontate e risolte (ad esempio: chi ha i diritti su un’opera creata dall’intelligenza artificiale?); tempo al tempo.

Hai in cantiere altri progetti? Possiamo aspettarci nuove opere?

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Ho da poco lanciato la Musicista Smart Academy, pensata per dare supporto e
formazione ai musicisti che vogliono strutturare un’attività musicale attorno alle proprie competenze, quindi nel prossimo periodo sarò impegnato nella diffusione di questo progetto.

Sto anche lavorando a nuova musica, quindi tenete d’occhio il mio profilo Spotify!

Dove ti vedi, nella tua vita artistica, tra cinque anni da adesso?

Vedo un Marco soddisfatto, che raccoglie i frutti di anni di lavoro e che aiuta altre persone a fare lo stesso percorso!

Vorresti aggiungere ancora qualcosa, per i nostri spettatori?

Siate ambiziosi, ponetevi limiti più alti di quelli che credete di poter raggiungere.

Ma soprattutto: buttatevi, iniziate ora.

Grazie per questa intervista, Marco.

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