Art. | Come scoprire il proprio Talento

Cambiare Prospettiva per mettere a fuoco
le proprie abilità e i propri obiettivi

Ad un certo punto della tua vita, devi porti il seguente quesito:
“dove voglio essere tra… 1, o 2, o 3 anni?”

Paragonarsi agli altri non fa bene a nessuno. E non ti aiuterà certo a capire più cose su te stesso.

Smetti di guardare ai risultati degli altri; ai loro traguardi; alla loro condizione economica; alla loro posizione sociale.

I sintomi della tua infelicità e i dubbi che poni su te stesso sono proprio lì, nascosti tra quegli strani pensieri!

Ognuno ha il proprio percorso dietro e davanti a sè.

Ognuno di noi lo ha già adattato alle proprie tempistiche, alle proprie modalità e alle proprie aspirazioni.

Detto questo, porsi quesiti “esistenziali” su se stessi e sul da farsi sarà utile sia a te come “individuo” sia ai tuoi obiettivi.

Chiedersi “dove mi trovo, oggi?” è il primo passo.

Chiedersi “dove voglio essere, domani?” è quello successivo.

Poi devi aver il coraggio di chiedere a te stesso “perché non ci sono ancora arrivato?“, e risponderti sinceramente.

Nel frattempo, è l’azione che conta. E la domanda più importante da farsi – in questo caso – si trasforma automaticamente in una risposta nella risposta: come posso fare?” diventa… “ecco cosa fare!

Se necessario (e dal mio punto di vista lo è), prendi carta e penna, realizza un Brainstorming che comprenda sia le tue idee per il futuro (ad esempio progetti, sogni, ambizioni) sia le cose che attualmente non ti piacciono o che vuoi cambiare (lavoro, relazioni, rapporti sociali, condizioni economiche).

Una volta inquadrata la situazione comincia a tracciare linee e frecce che congiungano i tuoi obiettivi come anelli in una catena.

Nel tempo, utilizza quel foglio anche per barrare le cose che sarai riuscito a rimuovere, o cambiare o migliorare, nella tua vita e nel tuo percorso.

È una buona abitudine, puoi credermi al 100%.

Inoltre, dedicando tempo, energie e risorse  ai tuoi obiettivi potrai finalmente misurarti con essi alla tua maniera.

Per molto tempo, citandoti il vecchio impiego in cui lavoravo, ho sofferto le decine di mancate occasioni e gli altrettanti mancati benefici.

Ma non sto parlando di ricompense economiche (non solo, per meglio dire…); ti parlo di quelle situazioni in cui si spendono moltissime energie, tempo e abilità senza poi, però, raccoglierne i frutti coltivati.

Il lavoro deve darci libertà e soddisfazioni (nessuno lavora per la gloria, su!).

All’epoca mi chiedevo perché le colpe di altri dovessero ricadere su di me, e perché i miei sforzi dovessero diventare una “normale abitudine”.

No, se lavoro bene pretendo i risultati che merito e per cui mi sono speso“, mi ripetevo. “Alle dipendenze degli altri questo non accade? Bene, significa che lavorerò di conseguenza per far sì che gli effetti finali dipendano da me!

L’obiettivo può anche diventare quello di “mettersi in proprio”, ma la chiave non sta nell’idea di stravolgere la propria vita o la propria condizione. La soluzione sta nel guardare alle cose che ci accadono in maniera diversa.

In che modo possono influenzarmi?

Quanto sto lasciando che ciò accada, anziché impedire che mi tocchi?

Porsi domande può essere illuminate, anche quando la strada davanti a noi è buia come la notte.

Non sei ciò che ti accade. Sei ciò che fai, in base a come reagisci.

Chiaro il concetto?

Qualunque persona buona, seppur ambiziosa e capace, non sarà mai appagata per se stessa fintantoché resterà in un ambiente ad essa opposto e avverso.

Prendi me come esempio (solo per ispirarti, e non per imitarmi).

Ho sempre amato scrivere, e volevo fare lo scrittore. Mi sono accorto, però, di essere dotato di qualcosa di “diverso” dalle sole competenze grammaticali e ortografiche.

Mi sono accorto, infatti, di possedere una forte empatia comunicativa.

In qualche modo, col tempo e sperimentando le mie intuizioni, mi sono accorto della capacità che avevo nel trasmettere idee ed emozioni nella mente di chi mi ascoltava, in maniera moderata, aperta e propositiva.

Ho quindi approfondito i concetti di comunicazione (compresi quelli di “ascolto e comprensione“), ho appreso nozioni di filosofia e psicologia sociale, ho ampliato il mio bagaglio acquisendo maggiori competenze e migliorando le mie attitudini.

Davanti a me si è aperto un nuovo mondo, fatto di passione e slancio.
Ripeto: volevo solo fare lo scrittore.

Capisci dove voglio arrivare?

Metterti in gioco, e mettere in gioco ciò che ti piace fare PRIMA di dimostrare ciò che “sai fare bene” è qualcosa di titanico, sia nello sforzo sia nell’effetto che avrà su di te.

In maniera naturale (il più delle volte) faremo quasi senza sforzo ciò che ci piace; perché ci appaga, ci gratifica e ci rende più felici e orgogliosi di noi stessi.

Sapere fare bene qualcosa, al contrario, può darci molti benefici, ma non significa che ci renderà eternamente felici. Capisci?

Ciò che fai non sempre corrisponde a ciò che ti piace fare; né a ciò a cui sei destinato ad essere, o compiere.

Misurarsi con i propri limiti significa accettare di potere e dovere imparare più cose.

Te ne racconto una…

Ho un amico che lavora come assicuratore in ambito previdenziale.

Ama l’economia come fosse la sua religione e non manca occasione in cui, davanti a un caffè, allestiamo idee e conversazioni in materia finanziaria.

Lui stesso, però, mi parla del peso psicologico che gestire il denaro degli altri gli porta.

Farlo senza poter applicare la propria etica, bensì seguendo le linee aziendali del suo datore di lavoro, gli crea spesso disagi morali ed emotivi.

Sai, non è proprio il massimo. E penso tu abbia capito di cosa stia parlando.

Nel mio primo libro, in cui raccolsi soprattutto pensieri sulla vita (cinici, ma sinceri), scrissi questa frase: “quando nutri dubbi sul tuo lavoro o la tua dedizione, non chiederti quanto esso ti stia facendo arricchire. Piuttosto, chiediti cosa ti stia facendo diventare.” (dal libro “Vorrei fosse il mio retaggio“, p.13)

Porti domande per poi metterti in gioco ti permette di vedere quanto in là si possa spingere la tua passione, quali sono i tuoi limiti in essa, come puoi affinarla e, soprattutto, fin dove può portarti.

Non cominciare con l’idea di voler essere perfetto. 
Comincia dall’idea di voler essere te stesso!

Che agli altri piaccia o meno ciò che fai, chiediti se quello che vuoi rappresentare sia ciò che ti definisce oppure ciò che “vuoi fare apparire“.

Cogli la differenza? Bene, perché è fondamentale che tu lo faccia.

Il fatto di non guardare agli altri, se non per trarre insegnamento o ispirazione, ti permette di evitare di sostituire i loro obiettivi ai tuoi.

Perché dovresti desiderare guadagni stratosferici e fama senza aver nemmeno mosso un dito?

Primo: ci sono persone che hanno iniziato prima di te; sii umile.

Secondo: ci sono altre persone che, come te, sognano di poter essere finalmente se stesse, e fare ciò che gli piace al netto di ciò che gli spetta raccogliere.

Per scoprire il tuo talento devi porti le domande giuste.

Quali sono, mi chiedi?
Dipende da te, ma non voglio liquidare la faccenda così.

Posso darti spunti che ti permettano di cominciare poi, però, spetta a te proseguire lungo il percorso.

Prova a chiederti quindi:

Cosa mi piace fare e cos’è che, da sempre, mi anima e mi incuriosisce?”

In cosa sono bravo e capace?“, e “in cosa non lo sono?

Quanto mi sono applicato, davvero, verso le mie passioni e i miei obiettivi?”, e ancora “quanto ho investito su me stesso per realizzarle?”

“Dove voglio essere tra 3 anni?”

“Cosa mi aspetto di ottenere, quando finalmente mi dedicherò a me stesso?”

“Cosa non mi piace, oggi, della mia vita e perché intendo cambiare queste cose?”

“Ho considerato i fattori esterni? Ho qualcosa da risolvere, prima di dedicarmi al resto?”

Sì, quanto ti ho anticipato non è cosa da poco, ma allora chiediti anche questo…

Se qualcosa fosse facile, non lo farebbero tutti?

Spero che tu riesca a trovare ciò che cerchi, perché sono sicuro che hai tanto sia da dare sia da dire.

E soprattutto spero tu riesca a trovare fiducia, e consapevolezza, in te stesso.

Sì, devi farlo! Esse rappresentano le basi per qualunque cosa, nella vita, tu vorrai realizzare.

Se non sarai tu il tuo primo tifoso (il primo a “credere“), nessuno lo sarà al posto tuo.

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