La mia opinione sul futuro del lavoro e della società contemporanea
Stai pensando di metterti in proprio?
Sai perché ti chiedo questo? No, non lo sai?
Be’, perché ho avuto un’illuminazione sul futuro! Nulla di trascendentale o esoterico, non preoccuparti.
Anzi, la chiave della mia creatività si basa sulla voglia continua di imparare, e sul mettermi in gioco ponendomi domande su ciò che voglio e su quanto sto facendo per ottenerlo.
Ma, immagino, vorrai conoscere la mia teoria…
Ebbene, quello che credo è che – chi più e chi meno – ci siamo tutti resi conto del catastrofico futuro economico che ci attende.
Pensioni? Io non credo ne vedremo di così rosee…
E il tasso demografico? Sempre più basso, e sempre meno giovani, tra quelli di oggi, che vengono formati o inseriti in ruoli di maggiore responsabilità o crescita professionale.
Insomma, sappiamo che in Italia non c’è meritocrazia (“qui vige il nepotismo“, giusto?). Ok, ma allora quale soluzione?
Non mi dirai che ti sei già rassegnato! Non ci pensare neanche un secondo!
Quello che devi fare è razionalizzare i tuoi pensieri.
Perciò, hai capito che il futuro è incerto e che le certezze per le quali stai provvedendo dovranno basarsi su di te prima che sulla società di cui fai parte.
Vedo, incontro e sento spesso, infatti, persone diverse con obiettivi comuni; obiettivi ambiziosi, fatti da una visione concreta.
Queste persone sono i potenziali “Vincenti” del futuro, perché oggi hanno capito che meno dovranno affidarsi ad altri, tra 10-20-30 anni, e meglio sarà per loro.
Lavorare su se stessi non significa solo essere persone eticamente migliori, ma anche professionalmente.
Formarsi, infatti, significa sia acquisire nuove competenze sia aggiornare quelle vecchie o precedenti; che si danno già per assodate.
La miglior soluzione su cui far riferimento, infatti, è quella di sapersi reinventare.
È questo ciò che devi capire: abituarti ad apprendere nuove opzioni e nuove idee ti permette di essere flessibile e aperto al cambiamento.
E il fatto di cominciare presto ti permette di disciplinare questa abitudine in maniera graduale, e non frettolosa nei “momenti di emergenza”.
Non sono un medico, né uno psicanalista né un broker.
Ma da queste tre figure, poiché ho imparato ad ascoltarle anziché giudicarle, ho capito che c’è bisogno di immedesimarsi in tutti e tre loro (e non solo); se si vuole una vita serena e consapevole.
Non è questione di essere drastici o di essersi rassegnati; né di essere arrivisti.
La verità dei fatti è questa: la Realtà è incerta, non è mai stata facile e certamente non lo è più di ieri.
Le variabili in campo sono tantissime, e in numero crescente; le regole del “gioco” sono cambiate.
Ora fai il punto e tira le somme: continui o lasci il tavolo da gioco?
La prima impressione sarebbe di saltare di là del tavolo, addosso al Dealer che ci offre le carte… ma scartiamo subito l’opzione.
Siamo esseri razionali e moderati, giusto? Bene: atteniamoci al piano.
Quello che devi fare è imporre il tuo gioco, alle tue regole e secondo i tuoi obiettivi.
Mettersi in proprio significa scoprire quanto sono larghe le proprie spalle; e, se non basta, significa scoprire come rinforzarle.
Poi è l’esperienza, oltre alla competenza, ciò che paga. Ma serve tempo (“il tempo è la risorsa più preziosa: non puoi scambiarla né comprarla, è inestimabile”, così scrissi anni fa nel mio libro).
Custodisci il tempo che hai a disposizione, e fa’ sì che lavori per te. E non che sia un ingranaggio arrogante nei tuoi confronti, che ticchetta prendendoti in giro.
Mi aspetto un futuro in cui più persone si metteranno in proprio, facendo ciò che amano e diventando eccellenti in ciò che fanno.
“Ma come faranno da sole, quelle persone?”, penserai… e la mia risposta è che collaboreranno con altre che – come loro – saranno diventate eccellenti nel proprio Settore o ambito.
Nel momento del bisogno si cercheranno l’una con l’altra, ma separatamente – poi – porteranno avanti la propria opera.
“Ma le catene di montaggio e le produzioni?“, mi dirai. Certo, siamo tanti a questo mondo e c’è una domanda di Mercato sempre più alta.
Ma, vedi, io mi accorgo di come stiamo diventando tutti più responsabili. Se non “tutti” con l’ambiente (e questo mi dispiace), perlomeno ognuno con il proprio portafoglio.
In futuro guarderemo sia al lusso sia allo stile di vita in maniera diversa, e non mi sorprenderei se i paesi del mondo favorissero l’immigrazione di cittadini stranieri in cambio di forza-lavoro da integrare per sopperire quelle lacune, laddove il Mercato necessiti di nuove risorse.
Considera quindi l’idea e la possibilità di viaggiare: viaggiare apre la mente, e misurarti con i tuoi limiti ti permette di superarli; o almeno di cambiare prospettiva nei confronti di questi.
Il punto è che mi aspetto un futuro fatto di viaggiatori e persone creative.
Non un mondo perfetto, sia chiaro (non viviamo in una favola).
Ma, vivendo il Presente, realizzo che le persone vogliono dedicare la vita a se stesse in maniera appassionata e pacifica; non tanto per lasciare un’impronta di sé ai posteri, ma – piuttosto – per far sì che quando premeranno il loro piede sulla nuda terra quell’impronta possa poggiarsi in maniera morbida, dolce e confortevole.
Il tempo dell’industria non è finito, ma l’industrializzazione sì. Le nuove imprese nascono online, su fondamenta digitali.
Perché non farne parte?
Cosa ti manca? Nulla per realizzarlo: si comincia con idee, dedizione, sacrificio e costanza.
Non poche cose. Non cose da poco.
Puoi accorgerti già del loro valore? Ecco le tue risposte.
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