Intervista | Laura Parise (scrittrice)

Esperienza mista a Libri e Saggezza

Ciao! Mi chiamo Andrew, e sarò il conduttore di questa intervista! 

Oggi diamo il benvenuto ad una nuova ospite!

Siamo felicissimi di poterla accogliere nel nostro Salotto degli Artisti

Ma lasciamo che si presenti e ci racconti la sua storia…

Chi sei e da dove vieni?

Mi chiamo Laura Parise, sono nata a Genova, ma nella mia vita ho vissuto in vari luoghi.

Dopo i miei primi otto anni di vita, mi sono trasferita a Roma per sei anni e sono poi tornata a Genova.

A 23 anni mi sono trasferita nella Svizzera tedesca dove ho vissuto per trent’anni, e da sei sono ritornata a vivere in Italia.

Quando hai iniziato a scrivere? E come nasce la tua passione?

Ti sei ispirata a qualcuno?

Ho iniziato a scrivere dalla prima media, quando mi sono resa conto che comunicare i miei pensieri e i miei sentimenti mi risultava molto più semplice che a voce.

A ispirarmi è stata la mia professoressa d’italiano che si complimentava sempre con la mia vena artistica.

Avevo varie storie nel cassetto, ma solo molto più tardi mi sono fatta coraggio ed è lì che ho deciso di far leggere i miei scritti.

La tua arte è anche il tuo lavoro, oppure svolgi parallelamente un altro impiego? 

Al momento, dopo aver lavorato per trent’anni, scrivere è l’unico lavoro che svolgo, anche se per me più che un lavoro è una passione anche perché, se dovessi aspettare di vivere con la vendita dei miei libri, avrei davvero un serio problema economico.

Cosa raccontano gli scritti che pubblichi e diffondi?

E qual è la finalità del tuo attivismo artistico?

I miei romanzi, pur essendo per la maggior parte rosa, riportano sempre all’interno tematiche inerenti alla vita quotidiana, ai sentimenti, ai rapporti generazionali, all’amicizia.

Ovviamente, oltre a scrivere per passione, pubblico con la speranza che i miei libri vengano letti e amati da tante persone.

Rendendo nota la tua arte, quale è stata la risposta del tuo pubblico, e quali esperienze ne hai tratto?

Cambieresti qualcosa, a posteriori?

No, non cambierei nulla.

Il pubblico che ho lentamente conquistato mi ha dato, e mi sta dando, parecchie soddisfazioni.

Con loro sono cresciuta ed è cresciuta anche la mia autostima, e ho capito che questa mia arte regala loro momenti di spensieratezza, ma anche di riflessione (due punti che mi incentivano a continuare).

Quali sensazioni hai provato “prima e dopo”, dal tuo primissimo annuncio al pubblico?

Quanto influiscono le aspettative sui risultati?

Certamente c’è sempre il timore di non essere stata abbastanza brava; di non
aver saputo conquistare.

Questa è una costante che arriva a ogni pubblicazione, il dopo è invece una grande soddisfazione mista a orgoglio per quanto sono stata in grado di donare a chi mi ha letto.

Le aspettative hanno sempre un ruolo molto pesante, ma posso ritenermi soddisfatta di come sta andando; quindi, diciamo che si bilanciano e in questo ultimo periodo, già con il mio romanzo “Profumo di rose – Un amore senza tempo” e l’ultima novella natalizia “Chi si sposa a Natale” e il primo thriller “L’assassino dei confetti” i risultati sono stati parecchio soddisfacenti.

C’è chi mi ha detto che con il thriller prima e la novella poi sembra io abbia qualcosa contro i matrimoni. Ma ovviamente non è assolutamente vero.

Quale riscontro hai ricevuto dai tuoi amici, parenti e conoscenti?

Hai ricevuto, da loro, supporto e sostegno?

Il 5% dei miei parenti, amici e conoscenti mi hanno supportato nelle vendite
dandomi un riscontro positivo, mentre per i restanti non si sono mai premurati di farmi pubblicità o il classico passaparola, certo se ne parlano con me, sono tutti pieni di complimenti, ma se dovessi mai interrogarli su quanto ne sanno, ovviamente nessuno di loro saprebbe rispondermi.

Avevo provato a regalare loro delle copie, ma è stato come se non lo avessi fatto; così ci ho rinunciato.

Come hai trovato, e su quali basi hai scelto, il tuo canale di vendita?

Dopo esser passata attraverso due Case Editrici con pessimi risultati, ho deciso di passare all’autopubblicazione e provato a pubblicizzare il mio lavoro su vari social: Twitter, Facebook, Instagram.

Ho aperto un blog, un canale YouTube e da poco anche un profilo TikTok.

Devo dire che mi sono trovata molto bene su Instagram; dove ho riscontrato il maggior interesse.

Conosci il concetto di Burnout?

Come si supera lo sconforto emotivo quando gli sforzi sembrano non essere ripagati?

Conosco il concetto, ma per fortuna non ne ho mai sofferto.

Sono una persona piuttosto positiva, convinta che prima o poi la costanza paghi.

Quali consigli daresti ad Autori e Artisti emergenti, che vogliono realizzare e rendere nota la loro prima opera o pubblicazione?

Oltre al classico “leggere tanto e studiare”, consiglio di cercarvi qualche beta che sia in grado di essere onesto e sincero nella disamina del vostro scritto, ma vi dico
anche di essere caparbi di credere in voi stessi e di non lasciarvi scoraggiare da
qualche rifiuto.

Potrebbero esserci molti motivi in quel rifiuto, che non hanno a che vedere con quanto avete scritto.

Aggiungo anche: non fatevi prendere in giro da chi, dopo mille complimenti, vi chiede del denaro per pubblicare le vostre opere.

Io quando ricevevo queste proposte ho sempre rifiutato rispondendo che: “Se ho scelto la vostra opinione è per avere un riscontro che non sia di parte sul mio lavoro, ma pagandovi per pubblicarmi non avrò mai la certezza di aver scritto qualcosa di valido” e per questo declinavo l’offerta.

Quindi, se desiderate veramente veder pubblicata la vostra opera da una casa
editrice, allora non fermatevi alla prima che chiede un contributo in denaro, perché a questo punto tanto vale che paghiate un correttore di bozze, un editor e un grafico e poi pubblichiate per conto vostro (self-publishing, ndr.).

Cosa pensi del Mercato artistico italiano contemporaneo, degli autori e artisti che ne fanno parte e del pubblico al loro seguito?

Le grandi case editrici pubblicano per lo più nomi già famosi non solo del mondo editoriale, e difficilmente hanno il coraggio di puntare su un autore sconosciuto negandogli anche la possibilità di essere preso in considerazione.

Le piccole case editrici di contro si danno da fare, ma spesso hanno bisogno di farsi
aiutare finanziariamente dall’autore e hanno pochissima visibilità nelle grandi manifestazioni editoriali.

Ci sono così tanti bravi autori sconosciuti che, se non avessero tentato con l’autopubblicazione, non avremmo mai avuto l’opportunità di leggerli e questo è un vero peccato.

Il pubblico, in alcuni casi, purtroppo si lascia trasportare dal “grande nome” piuttosto che dal contenuto, concedendo così poche opportunità a chi ancora non conoscono, e questo è un vero peccato.

E cosa pensi del panorama sociale in Italia?

Credi che “l’italiano medio” sia un buon conoscitore dell’arte, oppure si potrebbe fare di meglio?

Credo che si dovrebbe fare qualcosa di più già dalla giovane età, e promuovere letture condivise a scuola; un po’ come facciamo noi con i blog tour, e magari discuterne insieme in classe.

Oggi come oggi, sono più quelli della mia generazione i conoscitori dell’arte che i giovani.

Come giudichi la burocrazia del mondo artistico?

Per un autore le spese sostenute, le imposte applicate, le royalties, le agevolazioni economiche, e tutti gli aspetti fiscali a cui badare potrebbero essere più favorevoli?

La burocrazia in Italia è il vero flagello dell’umanità e non è per nulla semplice e favorevole. Sarebbe da semplificare.

Ci sono agevolazioni economiche per la mia categoria? Io non ne conosco nessuna, ma forse non mi sono sufficientemente informata.

Per un autore che si autopubblica come me, ci sono spese che rientrano molto a fatica. Molto non sanno che dietro al prezzo di un libro ci sono enormi spese e che solo una piccola percentuale arriva all’autore.

Poi, per essere competitivi, dobbiamo attenerci a prezzi bassi, e di conseguenza
rinunciare di molto sulle royalties, cosa che comunque accade anche per chi
pubblica con una C.E. che, ovviamente, deve aver il suo tornaconto.

Come già detto, difficilmente un lettore spende per un autore emergente quanto paga per un nome famoso.

Cosa pensi dell’avanzamento tecnologico?

Temi per la tutela degli artisti umani rispetto all’intelligenza artificiale?
Oppure immagini ci
possa essere una simbiosi tra questi due mondi?

L’AI temo diventerà per noi autori un handicap come lo sono stati i macchinari per l’industria.

Un giorno non molto lontano i lettori poco attenti, non faranno più caso se quanto leggono proviene da una mente umana o da una macchina.

Spero vivamente che chi ama leggere continui a vivisezionare ogni pagina per comprendere se quanto letto corrisponde a sentimenti e fatiche umane oppure no, e di certo non auspico assolutamente una simbiosi tra questi due mondi.

Hai in cantiere altri progetti? Possiamo aspettarci nuove opere?

Dove ti vedi, nella tua vita artistica, tra cinque anni da adesso?

Al momento sto scrivendo il mio secondo thriller, e ho già in programma – come promesso alle mie lettrici – il seguito della novella natalizia che ha riscosso tanto successo.

Non ho date precise ma, per come ho pianificato, le uscite sono da ricondursi a inizio primavera (per il primo) e a inizio estate (per il secondo).

I miei obiettivi futuri sono continuare ad aumentare il mio pubblico e ottenere sempre più lettori e lettrici affezionate alle mie opere e al mio stile di scrittura.

Difficile dire dove mi vedrò tra cinque anni perché, se ripenso a cinque anni fa, non avrei mai immaginato di essere a questo punto.

Non ho mai fatto programmi a lungo termine, ma se parliamo di sognare, allora mi vedo con un film prodotto da un mio libro e un best seller tra le mani.

Vorresti aggiungere ancora qualcosa, per i nostri spettatori?

Visto che me ne date l’opportunità, vorrei perorare ancora una volta la
causa degli autori che, come me, si auto-pubblicano.

Ci mettiamo tutto il nostro impegno per regalarvi opere che possano farvi trascorrere qualche ora di svago, siamo in grado di scrivere storie importanti e originali e, pur non avendo dietro le spalle una casa editrice, facciamo di tutto per mettere tra le vostre mani un lavoro curato.

Perciò, non badate al nome ma al contenuto, non fermatevi alla copertina ma date la possibilità alle nostre penne di catturare la vostra fantasia.

Grazie per questa intervista, Laura.

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