Intervista | Carmelo Ilacqua (scrittore)

Nel Flow di chi ha l’Arte nelle vene

Ciao! Mi chiamo Andrew, e sarò il conduttore di questa intervista! 

Oggi diamo il benvenuto ad un nuovo ospite!

Siamo felicissimi di poterlo accogliere nel nostro Salotto degli Artisti

Ma lasciamo che si presenti e ci racconti la sua storia…

Chi sei, e da dove vieni?

Ciao! Mi chiamo Carmelo Ilacqua, e ho 29 anni.

Sono siciliano di nascita, ma vivo a Trento da ormai più di 5 anni. La mia vita è sempre stata in qualche modo collegata alla sfera artistica, nel suo significato più inclusivo: ho una zia pittrice (seppur a livelli hobbistici); uno zio polistrumentista improvvisato, e un nonno che amava scrivere lettere toccanti a parenti e amici.

Niente di particolarmente serio ma potremmo dire che la mia vena artistica trova radici longeve.

Quando hai iniziato a scrivere?

E come nasce la tua passione?

I primi passi nel mondo della musica hanno visto la luce all’età di circa 7/8 anni
quando. Sotto la guida dei miei genitori, iniziai a prendere lezioni di pianoforte e
teoria musicale.

Tuttavia, forse a causa dell’età prematura, lo studio non progredì e, dopo poco più di anno, accantonai il percorso.

Superata l’infanzia e naufragato nell’abisso delle problematiche adolescenziali, all’età di 14 anni ebbi la fortuna di imbattermi in una vecchia chitarra acustica: fu amore a prima vista.

Rimasi incantato dal suono di quelle corde…

Qualche anno più avanti, le difficoltà ad ambientarmi nella società mi portarono ad
avvicinarmi e chiudermi nella letteratura, diventando amante di romanzi di natura
drammatica e di thriller psicologici.

Lo sfocio nella poesia fu inevitabile durante gli studi liceali.

La tua arte è anche il tuo lavoro, oppure svolgi parallelamente un altro impiego?

Se sì, come concili queste vite parallele?

Attualmente, nonostante la mia passione per la musica rivesta un ruolo predominante nella mia routine quotidiana, né la musica né la poesia sono il mio lavoro, ma i miei progetti di vita e le mie ambizioni personali spingono in quella direzione.

Ad oggi, la sfida più complessa è sicuramente quella di riuscire a conciliare gli impegni di ambedue le realtà (artistica e lavorativa; con un full-time di 8 ore).

Ognuno degli aspetti dell’una e dell’altra si muove con logiche ed esigenze totalmente differenti tra loro e questo rende il percorso arduo e decisamente impegnativo.

Ma nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile…

Cosa raccontano i contenuti che diffondi?

E qual è la finalità del tuo attivismo artistico?

Dal punto di vista poetico posso dire che la mia creatività sia nata più per un bisogno personale, dove il buttare su carta pensieri e intrecci mentali mi offre ancora un notevole sfogo.

Invece, da un punto di vista prettamente musicale, posso affermare che la mia ispirazione nasce dallo stato di benessere che si innesca nella mia mente nel momento esatto in cui prendo in braccio il mio strumento ed inizio a suonare.

L’emozione che provo è immensa, al pari di quella che mi suscita l’ascolto della mia
musica preferita.

Nonostante l’aver militato in più band locali durante questi anni, attualmente non ho brani musicali o composizioni all’attivo, ritenendo essenziale una conoscenza approfondita della materia.

Attualmente il focus è più incentrato sullo studio, ma non mancano progetti di carattere didattico (per i quali sto portando avanti varie ricerche).

Diversa è invece la questione relativa alla poesia, settore nel quale ho avuto la fortuna ed il piacere di pubblicare due raccolte (“Anfore di Cristallo” nel 2017 e “Spettatore” nel 2022), le quali contengono versi di vario genere, perlopiù psicologico e impegnato.

Il motivo che mi ha spinto a realizzarle e a cercarne una diffusione è legato a un desiderio di resilienza, di condivisione di situazioni difficili, quasi estreme, dalle quali però trasuda un forte intento intraprendente, che vuole ispirare coraggio e dedizione.

Ritengo che a questo mondo i valori siano alla base di ogni cosa…

Rendendo nota la tua arte, quale è stata la risposta del tuo pubblico, e quali esperienze ne hai tratto?

Cambieresti qualcosa, a posteriori?

Andando a piazzarmi di fronte a una nicchia ristretta, come quella relativa ai lettori di poesia – e a causa di un ridotto bacino di utenza – le mie pubblicazioni non hanno
avuto particolare risonanza in termini di diffusione.

Tuttavia non cambierei nulla; è un percorso che necessita di tempo, e di questo ne sono consapevole.

Quali sensazioni hai provato “prima e dopo”, dal tuo primissimo annuncio artistico?

Quanto influiscono le aspettative sui risultati?

Ritengo che mettersi in gioco su così ampia scala, rendendo la propria opera visibile
a chiunque, sia un’esperienza importante, capace di insegnare molto.

Inoltre, la sensazione di sentirsi autore di un’opera pubblicata genera un’emozione fortissima che vale sempre gli sforzi e i sacrifici che tutto ciò possa comportare, a prescindere dai risultati.

Quale riscontro hai ricevuto, sulle tue opere, dai tuoi amici, parenti e conoscenti? Hai avuto modo di regalare loro delle copie?

Per molti il giudizio della gente più vicina può essere uno degli scogli più rilevanti durante un percorso di questo genere, soprattutto all’inizio, e la mia esperienza non è stata da meno.

L’impatto ha avuto effetti disparati, ma la cosa che più mi ha colpito è stata sapere che molti speravano non fossero poesie autobiografiche

Come hai trovato, e su quali basi hai scelto, i tuoi canali di pubblicazione?

Ad oggi ci sono ormai svariati canali di distribuzione per pubblicazioni artistiche
(alcuni anche di dubbia entità, inutile negarlo).

Il Web ha sicuramente una marcia in più, riuscendo a tenere in contatto persone da tutto il mondo con una semplicità, direi, “a portata di click”.

Conosci il concetto di Burnout emotivo?

Come si supera lo sconforto di non essere ricercati, quando gli sforzi sembrano non essere ripagati o le vendite non decollano?

Questa è una domanda che mi colpisce duramente, e giornalmente.

Il burnout emotivo è sempre dietro l’angolo quando ti fiondi in questa realtà così ricca, vasta e incredibilmente evoluta.

Quali consigli daresti ad Autori e Artisti emergenti, che vogliono realizzare, e rendere nota, la loro prima opera o pubblicazione?

Il consiglio che posso dare è quello di essere perseveranti e avere determinazione
nel cercare di migliorarsi: l’interesse composto applicato a questo contesto può dare
risultati inaspettati.

Anche la concorrenza è spietata e invito tutti alla correttezza: “ogni individuo è migliore di noi in qualcosa, e in quel qualcosa possiamo imparare da lui”, Dale Carnegie docet.

Cosa pensi del Mercato artistico italiano contemporaneo, degli autori e artisti che ne fanno parte e del pubblico al loro seguito?

Del panorama italiano contemporaneo non posso farmi portavoce, sia per quanto
riguarda la letteratura ma, soprattutto, per ciò che concerne la musica.

Non seguo gli sviluppi delle tendenze e non posso dare pareri dettagliati.

Sicuramente tra gli artisti emergenti di interesse non posso non citare Matteo Mancuso, chitarrista, ormai di fama internazionale, il cui timbro sta risuonando in toto, e Davide Coco, poeta e cantautore i cui testi sono intrisi di una profonda vena romantica ed enigmatica.

E cosa pensi del panorama sociale, in Italia?

Credi che l’italiano medio sia un buon conoscitore dell’arte, oppure si potrebbe fare di meglio?

Non me ne vogliano tutti i miei conterranei, in questo purtroppo mi ritengo
amaramente deluso. Il panorama sociale italiano si è plasmato alle tendenze del
mercato, anche se la questione potrebbe essere estesa all’intero panorama
mondiale.

Tuttavia, a differenza di altre realtà, “l’italiano medio” è rimasto ancorato alle tradizioni del nostro paese, cosa assolutamente positiva e di grande valore, ma senza più spingersi oltre.

Ne consegue che solo gli “addetti al settore” ricercano e si interessano nel modo in cui l’arte meriterebbe, riuscendo a riunire così solo piccole nicchie di valore.

La questione diventa critica perché poi spesso queste nicchie non riescono ad avere la forza economica di ergersi al di sopra dei prodotti di consumo di massa, un fattore artisticamente limitante.

E di questo, a mio avviso, ne stanno soffrendo anche artisti affermati sino a poco tempo fa.

Come giudichi la burocrazia del mondo artistico?

Per un autore le spese sostenute, le imposte applicate, le royalties, le agevolazioni economiche, e gli aspetti fiscali a cui badare potrebbero essere più favorevoli?

Personalmente ho avuto pochissime occasioni di vendita, per le quali mi sono affidato ai servizi forniti dai miei canali di distribuzione.

Al momento posso dire di non aver riscontrato particolari difficoltà di questo tipo, ma ovviamente il mio parere va contestualizzato alla mia limitata esperienza.

Cosa pensi dell’avanzamento tecnologico?

Temi per la tutela degli artisti umani rispetto all’intelligenza artificiale?

Oppure immagini ci possa essere una simbiosi tra questi due mondi?

L’avvento dell’intelligenza artificiale è sicuramente un tema delicato, una questione
sulla quale vale la pena soffermarsi almeno un momento.

Ad oggi è difficile riuscire a trovare una risposta che inquadri in maniera delineata quali possano essere le conseguenze dell’inserimento artistico di questa tecnologia.

Dagli utilizzi che ho avuto modo di sperimentare, sicuramente nel mondo del cinema la sua applicazione sta portando l’utilizzo degli effetti speciali verso nuovi orizzonti.

Ci sono notevoli sviluppi positivi in merito alla questione e mi piace pensare che vengano sfruttati al fine di creare sempre qualcosa di nuovo e stimolante per il pubblico.

Hai in cantiere altri progetti? 

Possiamo aspettarci nuove opere? Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

In pentola bolle più di qualche progetto e sono fiducioso per il prossimo futuro.

Si preannunciano sfide importanti, e parecchi sacrifici, ma l’idea è quella di non mollare, non ancora!

Vorresti aggiungere ancora qualcosa, per i nostri spettatori?

Vorrei ringraziare chiunque abbia dedicato qualche minuto del proprio prezioso tempo alla lettura di questa intervista, nella speranza che possa essere stata d’interesse.

Inoltre, vorrei rivolgere un particolare ringraziamento ad Andrew per l’opportunità datami di portare la mia voce e la mia esperienza in questa Redazione.

Auguro a tutti una buona vita!

Grazie per questa intervista, Carmelo.

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