Intervista | Roberto Arnone (musicista)

Un Poeta che scrive con la Chitarra

Ciao! Mi chiamo Andrew, e sarò il conduttore di questa intervista! 

Oggi diamo il benvenuto ad un nuovo ospite!

Siamo felicissimi di poterlo accogliere nel nostro Salotto degli Artisti

Ma lasciamo che si presenti e ci racconti la sua storia…

Chi sei, e da dove vieni?

Sono Roberto Arnone, in arte Diaspro; un cantautore di origine napoletana, nato e cresciuto nel quartiere Secondigliano, Napoli.

Quando ti sei approcciato per la prima volta alla musica, iniziando a suonare?

Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di 7 anni, ma mi sono avvicinato alla scrittura da adolescente.

Solo nel 2019 però, dopo la morte di mio padre, ho trovato un linguaggio in cui mi sento realmente definito.

Probabilmente l’esigenza di comunicare è diventata più forte e questo ha fatto sì che riuscissi a trovare un canale che mi rappresentasse pienamente.

La passione per la musica la porto con me da sempre, non so dire quando sia nata né da cosa derivi, ma di certo ci sono state persone e artisti che mi hanno ispirato fin da bambino.

Chi credi abba ispirato maggiormente il tuo percorso musicale in termini di riferimenti artistici?

Uno degli artisti che amo di più è Pino Daniele, che è fonte di ispirazione continua.

Da buon napoletano, i primi brani che ho imparato a suonare e cantare sono proprio i suoi.

Grazie a lui ho iniziato a scrivere in napoletano e mi accorgo sempre di più che nei brani che scrivo in dialetto il suo ascendente è davvero forte.

La tua arte è anche il tuo lavoro, oppure svolgi parallelamente un altro impiego?

Se sì, come concili queste vite parallele?

Ho sempre lavorato solo in ambito musicale, anche se in diversi ruoli: cantautore (che resta da sempre il mio ruolo principale), chitarrista, insegnante di musica, autore, performer di musical, fonico.

In questo periodo ho dato una svolta alla mia vita cambiando anche città e, per adesso, svolgo in contemporanea anche un altro lavoro. E’ difficile conciliare le due vite perché servono davvero tantissime energie, ma è sicuramente la determinazione l’ingrediente fondamentale per riuscire a fare tutto!

E qual è la finalità del tuo attivismo artistico?

Il mio è un bisogno, spesso fisiologico, di comunicare attraverso la musica.

Non sono sempre bravo a dire ciò che sento; scrivere canzoni è il mio modo di esprimermi.

Di cosa trattano i brani che componi? A chi sono rivolti?

I miei brani riflettono il mio animo romantico.

Sono uno che ama amare e ama parlare d’amore ma, il più delle volte, dietro ogni frase che scrivo c’è un’immagine, un significato che non è solo letterale.

Mi piace donarmi a chi sa ascoltarmi e interpretarmi.

Musicalmente mi muovo nell’ambito pop/indie.

E in che modo hai capito come realizzarli?

La parte più bella è proprio questa: vedere il proprio progetto prendere forma, strumento dopo strumento.

Rendendo nota la tua arte, com’è cambiata la tua vita?

Cambieresti qualcosa a posteriori?

Ho deciso da bambino che avrei fatto questo mestiere nella vita, la massima risposta che potevo ricevere dal pubblico era una pacca sulla spalla dai miei parenti!

Chi mi segue mi ha conosciuto già nelle vesti di musicista e ora, da cantautore, mi sento molto più apprezzato.

Ma, d’altra parte, quando fai qualcosa con passione e riesci a trasmettere la gioia che ti da, la risposta non può che essere positiva.

Quale riscontro hai ricevuto dalle persone a te più care e più vicine?

Sono fortunato perché avverto un forte sostegno.

In più, in molte occasioni, mi sono sentito anche più compreso da chi ha ascoltato con attenzione i miei brani.

Quali sensazioni hai provato “prima e dopo”, dal tuo primissimo annuncio artistico?

Quanto influiscono le aspettative sui risultati?

Dato che ho sempre immaginato di fare questo lavoro nella vita, quando ho pubblicato il mio primo brano mi è sembrato tutto molto naturale.

Certo c’è da fare i conti sempre con le proprie aspettative che, molto spesso, non mi hanno permesso di godere dei miei traguardi…

Ma ho imparato a festeggiare ogni “piccola” conquista, e adesso le soddisfazioni arrivano!

Come hai trovato, e su quali basi hai scelto, il tuo canale di vendita?

Pubblico su tutti i Digital Store e condivido il più possibile sui Social.

Punto a far ascoltare a più persone la mia musica!

Conosci il concetto di Burnout emotivo?

Come si supera lo sconforto di non essere ricercati, quando gli sforzi sembrano non essere ripagati?

E’ un argomento che richiederebbe molto più di qualche riga…

C’è tanta competizione e non sempre i nostri sforzi si trasformano in traguardi.

Questo mi ha fatto sentire tante volte inadatto, a volte addirittura incapace, ma credo che la causa di tutto sia sempre nelle nostre aspettative e penso che non si debba mai dimenticare il motivo per il quale si è intrapresa una certa strada: il mio obiettivo è comunicare, se riesco ad arrivare ad un pubblico molto più ampio sono ovviamente più contento, ma intanto mantengo il focus su ciò che mi fa stare bene.

Il compenso economico è un altro tasto dolente per tutto il settore artistico… meglio concentrarsi su altro per non cadere ora nel burnout!

Quali consigli daresti ad Autori e Artisti emergenti, che vogliono realizzare, e rendere nota, la loro prima opera o pubblicazione?

Suggerisco di vivere consapevolmente il Presente, fare sbagli, correggerli, parlare con le persone e cercare di comprendere la loro visione del mondo.

Sono tutte cose che personalmente mi fanno sentire vivo, e quando mi sento vivo riesco a scrivere; e quindi a portare avanti la mia personale forma artistica.

Cosa pensi del Mercato artistico italiano contemporaneo, degli autori e artisti che ne fanno parte e del pubblico al loro seguito?

Per molto tempo non ho condiviso le scelte del Mercato italiano, ma negli ultimi anni vedo tanti artisti emergenti che scrivono in modo per me poetico e questo mi da una forte spinta.

Il linguaggio è costantemente in evoluzione, non possiamo pensare che la poesia di oggi sia la stessa di ieri, ma ciò non significa che non ci sia.

Una critica che mi sento di fare è che molte volte la capacità di fare arte viene misurata esclusivamente attraverso la capacità di gestire i Social

E cosa pensi del panorama sociale, in Italia?

Credi che l’italiano medio sia un buon conoscitore dell’arte, oppure si potrebbe fare di meglio?

Credo si possa fare di meglio.

Le discipline artistiche non credo siano valorizzate abbastanza in Italia, eppure siamo sempre stati il centro del mondo per Arte e cultura!

Come giudichi la burocrazia del mondo artistico?

Per un autore le spese sostenute, le imposte applicate, le royalties, le agevolazioni economiche, e gli aspetti fiscali a cui badare potrebbero essere più favorevoli?

Partendo dal presupposto che sono uno che odia profondamente la burocrazia, e che cerco sempre di scaricare questa parte “noiosa” a qualcun altro, credo che le difficoltà burocratiche, in ogni ambito, siano il riflesso del valore che quella Disciplina ha per la società.

Ci sono sicuramente tanti investimenti che un artista emergente si trova ad affrontare, e il ritorno economico è davvero minimo (soprattutto all’inizio…).

Cosa pensi dell’avanzamento tecnologico?

Temi per la tutela degli artisti umani rispetto all’intelligenza artificiale?

Oppure immagini ci possa essere una simbiosi tra questi due mondi?

La tecnologia può essere un grande aiuto in tutti gli aspetti della vita dell’uomo, anche nell’arte.

Certamente bisogna dosarne l’uso per non rischiare di perdere il contatto con noi stessi.

Ma non credo che l’Intelligenza Artificiale possa definirsi una minaccia.

Per me l’artista è la persona in grado di entrarti nella mente e, con delicatezza, toccare le corde più intime e nascoste senza che tu nemmeno ti esponga.

Onestamente non credo che l’Intelligenza Artificiale sarà mai in grado di sostituirsi all’artista.

Hai in cantiere altri progetti? 

Possiamo aspettarci nuove opere? Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Ho sempre dei progetti in cantiere perché non mi piace stare fermo.

In questo momento ho brani già pronti che usciranno a breve, altri sui quali si sta lavorando.

Dove ti vedi, nella tua vita artistica, tra cinque anni da adesso?

Tra 5 anni spero di ritrovarmi su grandi palchi a condividere la mia musica con il pubblico.

Vorresti aggiungere ancora qualcosa, per i nostri spettatori?

Dico: grazie a tutti!

Senza il pubblico l’artista è come un folle che parla ad un muro.

Io folle lo rimango, ma grazie a chi mi segue so che c’è sempre qualcuno ad ascoltarmi.

A proposito… vi invito a seguirmi!

Grazie per questa intervista, Roberto.

Vuoi saperne di più su Roberto? 

Segui il Link di seguito, e scopri
la sua musica su Spotify

Ti è piaciuta questa intervista? Fammelo sapere con un Commento!

Come dici? Vorresti partecipare anche tu?
Inoltra la tua Candidatura compilando il Modulo qui sotto, ti risponderemo al più presto!

0/1000 max characters

Ti piace questo Podcast e non puoi farne a meno?

Allora non puoi perderti le altre interviste!
Raggiungi subito la Sezione PODCAST e scoprile tutte!

Lascia un commento